IL PANE DEVE ESSERE PER TUTTI

IL PANE DEVE ESSERE PER TUTTI

Nel Padre Nostro di Papa Francesco (Quando pregate dite Padre Nostro – Rizzoli editore – Libreria Vaticana) ci sono espressioni toccanti, soprattutto quando si commenta l’invocazione: “dacci oggi il nostro pane quotidiano”.
Francesco ci ricorda che chiedere il pane a Dio è invocare la sua misericordia.
Il pane è sacro e deve essere di tutti, di ogni persona che nasce e vive sulla terra.
La sacralità del pane l’abbiamo imparata da bambini: le nostre mamme ci dicevano che il pane non andava buttato, anzi quando cadeva a terra bisognava raccoglierlo e baciarlo, per ringraziare Dio che ce lo aveva donato e che sempre stava sulla nostra tavola imbandita, ornava il desco. Ma la pagnotta è anche comunità, perché si spezza come momento di riconciliazione e rappacificazione con l’altro: lo si guarda negli occhi, si sorride e si dà il pezzo di pane. In quel momento vanno via tutte le offese: tutto passa e la vita ricomincia.

Il silenzio del perdono si spezza con il pane. Non a caso nell’invocazione si adopera il plurale. Il raffinato Carlo Maria Martini ci ricorda la radice greca: Il pane – dice il testo greco –«emòn», «di noi», nostro, «ton epioùsion» (Martini – Il Padre Nostro, non sprecate parole – San Paolo editore).

IL PANE COME SIMBOLO DI SACRALITÀ: PAPA FRANCESCO

“Quando noi preghiamo il Padre nostro, ci farà bene soffermarci un po’ su questa petizione –«dacci oggi il pane», a me e a tutti – e pensare a quante persone non hanno questo pane”, dice Papa Francesco.
“Da bambini, a casa, quando la pagnotta cadeva, ci insegnavano a prenderlo subito e baciarlo: non si buttava mai via. Esso è simbolo di questa unità dell’umanità, è simbolo dell’amore di Dio per te, il Dio che ti dà da mangiare. Quando avanzava, le nonne, le mamme cosa facevano (e fanno)? Lo bagnavano con il latte e ci facevano una torta, qualunque cosa: ma non si butta. La mia nonna, invece, quando io e mio fratello ci tiravamo le molliche diceva: «Bambini, non si gioca con il pane».

Io oggi quando alzo l’Eucaristia da sacerdote sento dentro di me la frase della nonna: con questo pane, non si deve giocare. Per un cristiano esso è l’Eucaristia. Non dimentichiamo l’opera di misericordia che raccomanda di dar da mangiare agli affamati.
Io in carcere l’Eucaristia a volte me la immagino non tanto come un premio, quanto come una medicina: se io sbaglio ho bisogno che Dio non mi tolga il suo pane ma mi faccia sentire che sono un figlio” (Francesco, Quando pregate dite Padre Nostro ibidem).

IL FRUTTO CHE NOBILITÀ L’UOMO

Papa Ratzinger nel suo “Gesù di Nazareth “ci ricorda, dal Vecchio Testamento, che il buon Dio non si è mai dimenticato dei suoi figli e lanciava dal Cielo al suo popolo la manna.
Nessuno può pensare solo a se stesso; il pane deve starci per noi e per gli altri: deve essere condivisione. Esso è dignità per l’uomo, perché è il frutto del suo lavoro che lo nobilita nell’anima.
Ogni padre è felice quando vede la sua donna ed i suoi figli che possono mangiare il frutto del grano, che possono allungare le mani nel cesto, lì in mezzo al tavolo, pieno di pane buono, per essere toccato e portato alla bocca.

Ha compiuto il suo dovere, per la sacralità della famiglia.
Ricordo mia madre che diceva, nella sua infinita spiritualità, speriamo che anche altre famiglie possano oggi mangiare il frutto di grano e poi si faceva il segno della croce e noi tutti con lei, abbassando lo sguardo nel piatto per ringraziare il Signore.
Esso è carità: il più grande atto di amore che Dio ha per i suoi figli.
Non a caso è il corpo del Nazareno che si è immolato per noi.
È la pietà e misericordia di Dio.

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Avvocato Biagio Riccio

L’avvocato Biagio Riccio è specializzato in diritto societario, diritto fallimentare, diritto bancario, diritto penale bancario e fallimentare.

Si è laureato con lode all’Università Federico II di Napoli ed ha assunto il titolo di dottore procuratore nel 1993 e quello di avvocato nel 1995; inoltre è patrocinante in Cassazione dal 2008.

È stato ideatore e promotore di due disegni legge sulla necessità di ottenere una diversa configurazione del potere punitivo anche nei confronti delle Banche, in caso di erronea segnalazione alla Centrale Rischi e sia sul potere da riconoscere al debitore, in caso di vendita di crediti deteriorati: in proposito, ha tenuto significative conferenze sia alla Camera dei Deputati che al Senato della Repubblica.

Ha ottenuto, nel 2014, la libera docenza di diritto bancario all’Università Telematica Unicusano di Roma.

È fondatore della rivista “Favor Debitoris”.

Ha scritto il libro “Fugaci ritratti”, con la casa editrice “Rubettino”, con la prefazione del prof. Vittorio Sgarbi.

“Biglietti d’amore” è il sito dove cura tutti gli aspetti legati alla cultura ed alla letteratura e molti dei contributi presenti sono stati poi inclusi in altre opere letterarie.

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