SI FECE IL SEGNO DELLA CROCE

SI FECE IL SEGNO DELLA CROCE

Prese la mano del chirurgo e la baciò con una delicatezza struggente bagnandola con il suo sommesso pianto: il figliolo, piccolo con occhi bellissimi ed in cerca della protezione dello sguardo della sua mamma, doveva essere da lui operato con un complesso e difficile intervento per debellare una rarissima patologia.
Sola, con il capo chino, si diresse nell’angolo della sala d’aspetto e continuò a piangere.
Lì, nell’ospedale c’era un’edicola con una Madonnina. Si fece il segno della croce.


Prima di entrare in aula doveva essere reso il verdetto: quell’avvocato aveva parlato per ore, con l’eloquenza del cuore sostenendo l’innocenza del suo assistito che lo era davvero,guardò con tremore giustificato i suoi giudici, sperando di intercettare, in un lampo degli occhi, nella smorfia del volto, nell’incauto movimento delle mani, un segno possibile di una decisione che valeva la vita di una persona perbene,ingiustamente accusata.


La fede e la speranza.


Quando la barca affrontava il mare alto le donne stavano sulla riva ed i bimbi si aggrappavano alle loro gonne con gli occhi sgomenti ed intimoriti, come racconta Verga nei Malavoglia: speravano che il vento di tramontana calasse ed il mare si chetasse.Il lucignolo della lucerna scoccava una luce tremolante ,come è il venire e l’andare dell’onda sulla riva: così si scandiva il battito del loro cuore.I pescatori dovevano tornare con le reti piene e ritrovarsi a desinare cibarie frugali ma piene d’amore.Era la fiduciosa speranza.


Le donne sulla battigia,quando calava la luna pigra e curiosa,piangevano, cantavano inni alla Madonna del mare e si facevano il segno della croce. I pescatori spesso non tornavano.
I contadini tremavano contro la natura maligna e facevano voti al buon Dio, affinché salvasse il raccolto del grano. Le donne andavano compunte in chiesa si avvolgevano in mantelli scuri e facevano il segno della croce.


Quelle che avevano i Mulini lungo il Po, ci ricorda Bacchelli nel bellissimo romanzo,pregavano perché non vi fosse la terribile, devastante e rabbiosa piena.
Anche Lucia con le sue preghiere mosse a compassione l’Innominato nei Promessi Sposi.
Stava immobile in quel cantuccio, tutta in un gomitolo si rammentò che poteva almen pregare.Prese di nuovo la sua corona e ricominciò a dire il rosario: fece il voto di rimanere Vergine, se fosse stata esaudita nel suo desiderio: ritornare libera.
Disse all’Innominato:”Dio perdona tante cose, per un’opera di misericordia!”
E fu libera dal suo giogo.
Si faceva sempre il segno della Croce.
È tenero quel cuore che cerca Dio per non aver più paura.

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Avvocato Biagio Riccio

L’avvocato Biagio Riccio è specializzato in diritto societario, diritto fallimentare, diritto bancario, diritto penale bancario e fallimentare.

Si è laureato con lode all’Università Federico II di Napoli ed ha assunto il titolo di dottore procuratore nel 1993 e quello di avvocato nel 1995; inoltre è patrocinante in Cassazione dal 2008.

È stato ideatore e promotore di due disegni legge sulla necessità di ottenere una diversa configurazione del potere punitivo anche nei confronti delle Banche, in caso di erronea segnalazione alla Centrale Rischi e sia sul potere da riconoscere al debitore, in caso di vendita di crediti deteriorati: in proposito, ha tenuto significative conferenze sia alla Camera dei Deputati che al Senato della Repubblica.

Ha ottenuto, nel 2014, la libera docenza di diritto bancario all’Università Telematica Unicusano di Roma.

È fondatore della rivista “Favor Debitoris”.

Ha scritto il libro “Fugaci ritratti”, con la casa editrice “Rubettino”, con la prefazione del prof. Vittorio Sgarbi.

“Biglietti d’amore” è il sito dove cura tutti gli aspetti legati alla cultura ed alla letteratura e molti dei contributi presenti sono stati poi inclusi in altre opere letterarie.

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