
Riaddormentarsi
Pensi di essere sazio di sonno, ma non è così.
Vuoi scendere dal letto per recarti in bagno ed attendere alle tue abluzioni, ma è solo un progetto, una pia intenzione.
Tutti dormono ancora beatamente ed il sole non è spuntato nel suo dolce splendore.
Aurora dalle dita celesti non è arrivata con il suo carro alato; sale dalla finestra il profumo della rugiada e dell’erba fresca, la notte non è andata via.
Senti gli uccellini cinguettare, ma a sprazzi ed intervalli: neppure essi sono completamente svegli.
La forza di tirarti su non ti viene: è inutile provarci. Le gambe sono sciolte ,le braccia raccolte dietro la nuca sono riposate, l’odore della tua pelle è ancora quello della notte.
Sai che è festa e puoi permetterti di riposare ancora un po’: non devi andare al lavoro, perché è presto e tutti dormono ancora. Il tuo bimbo sta sognando, perché ride senza accorgersene.
Nella stanza c’è silenzio assoluto ed i tuoi pensieri non hanno costrutto: ti prende una voluttà ad intorpidirti, lascivamente, con la tua pigrizia, perché non devi rendere conto a nessuno, tanto non devi correre a scavezzacollo, precipitosamente in ufficio. Nessuno ti attende e nessuno ti vuole.
Non hai la forza neppure di girarti e prendere il telefonino, tanto hai già controllato le telefonate della sera prima ed è difficile pensare, anche lontanamente, che durante la notte qualcuno abbia chiamato.
È inutile dar conto a WhatsApp: ci potrà stare qualche ripetitivo disegno o foto o video ormai virali nella stupidità dilagante che il web diffonde largamente.
Non ti conviene neppure prendere l’iPad per navigare su Facebook: cosa avranno potuto postare durante la notte? Qualche foto dove tutti ridono in modo insignificante in una cena nella quale si mostrano piatti succulenti: anche in questo caso siamo al cospetto di una stupidità dilagante: delle due l’una: o si intende suscitare l’invidia per aver mangiato chissà quale piatto prelibato o si vuole fare pubblicità al ristorante: ma a che pro? Non se ne conosce la ragione.
La tua amata dorme, non la devi toccare, solo contemplare, perché è giusto che riposi anche lei.
Cupido è nelle sue braccia ma non si muove, non diffonde il dolce miele. L’arco di frassino e le frecce di cipresso sono dimessi: i dardi non saranno scoccati.
Qui è tutta la felicità: perché lei è sospesa ed irrelata, scollegata dal mondo, posseduta solo dalla bellezza e fantasia dei sogni, vola con i suoi desideri nell’altrove.
Non bisogna svegliarla sarebbe un sacrilegio; sta davanti al nostro sguardo, ma perché ci fosse veramente,occorrerebbe destarla, ma così la perderemmo sino alle lacrime.
L’esigenza non diventa possibile: ed è giusto che sia così: si storpierebbe la poesia.
Hai letto abbastanza e la mente è stanca di riflettere.
Il sonno sale di nuovo, forse è meglio riaddormentarsi. Girati dall’altra parte, agguanta il cuscino e riprendi a dormire;quando non è festa,non te lo puoi permettere.
Non potremo mai più odiare chi abbiamo veduto dormire, dice sontuosamente Elias Canetti.
Nessun posto nella vita è più triste di un letto vuoto, diceva Garcia Marquez.
Se un giorno la mia capacità espressiva diventasse così vasta da ospitare tutta l’arte, scriverei un’apoteosi del sonno. Non conosco maggior piacere del sonno, la cancellazione totale della vita e dell’anima, il commiato dall’essere e dagli uomini, la notte senza memoria e senza illusione, la mancanza di passato e di futuro, canta Fernardo Pessoa.
Dio benedica chi ha inventato il sonno, mantello che avvolge i pensieri di tutti gli uomini, cibo che soddisfa ogni fame, peso che equilibra le bilance e accomuna il mandriano al re, lo stolto al saggio, dice Miguel de Cervantes.
Zarathustra, racconta Nietzsche,era stanco e nell’ora del perfetto meriggio decise di stendersi sotto un albero ricurvo. Nell’addormentarsi parlò al suo cuore: “zitto, zitto! Non è diventato proprio ora perfetto il mondo? Che mi accade mai? Come un vento leggiadro, non veduto, danza sul mare, liscio come una tavola, lieve, leggero come una piuma: così danza su di me il sonno. O felicità o felicità! Vuoi forse cantare o anima mia? Giaci nell’erba, questa è l’ora solenne. L’ardente meriggio dorme sui campi. Non cantare taci.
Il Mondo è perfetto
Il sole della conoscenza risplende di nuovo a mezzogiorno ed il serpente dell’eternità si inanella alla sua luce: è il vostro tempo fratelli del meriggio”.
Aveva visto l’Eterno.
Dormire è distrarsi dal mondo, navigare nel mare dei sogni, pensare ad un amore perduto e riviverlo ad occhi chiusi, cullarsi in intimi ricordi lontani, che ti fanno sentire nell’aureo infinito.
La mia adoratissima Mamma diceva che il letto è una rosa senza spine.
Chiudeva gli occhi e sognava il suo sposo: l’aveva lasciata troppo presto