
Notti d’estate nella poesia d’amore
L’estate è la stagione dell’incontro con la natura che è benigna, perché ci dona i colori variopinti, ci fa godere il mare, desiderare il fresco dopo l’arsura del caldo; offre frutti saporiti e succulenti. Ma si risveglia l’amore, lo spirito degli amanti diventa ardimentoso e la corte alle belle donne non ha più remore.
L’estate regna anche nella poesia che addolcisce e mitiga l’anima, porgendola al canto degli uccelli che segnano magnifiche ed inaspettate traiettorie nel cielo di intenso colore azzurro, terso,senza nembi e coltre del rosso sole e della luna piena, che di notte illumina e bacia il mare.
Il poeta Pavese così la canta:
È riapparsa in estate la mia donna
dal corpo raccolto, camminando per strada.
Ha guardato diritto tendendo la mano.
Ogni cosa è riemersa.
Ogni cosa ha ripreso i colori e la vita
allo sguardo raccolto, alla bocca socchiusa.
Ma in estate, come dice Garcia Lorca, gli alberi tèssono il vento e i fiori lo tingono di profumo. Una ragnatela immensa fa della luna una stella.
Lontana come i tuoi occhi tu sei venuta dal mare, dal vento che pare l’anima. E baci perdutamente sino a che l’arida bocca come la notte è dischiusa, portata via dal suo soffio. Tu vivi allora, tu vivi, il sogno ch’esisti è vero. Da quanto t’ho cercata. Ti stringo per dirti che i sogni son belli come il tuo volto, lontani come i tuoi occhi. E il bacio che cerco è l’anima (Alfonso Gatto).
Perché l’estate è un giaciglio di porpora, è un canto che culla per chi non ha potuto dormire sì dura era la pietra, sì acuminato l’amore (Mario Luzi).
Ardono i seminati,
scricchiola il grano,
insetti azzurri cercano ombra,
toccano il fresco.
E a sera
salgono mille stelle fresche
verso il cielo cupo.
Son lucciole vagabonde
crepita senza bruciare
la notte dell’estate(Neruda).
Nelle notti d’estate un lume brilla,
lontano, in cima al colle, chi sa dove.
Qui ti stringo al mio cuore, amore mio, morto a me da infiniti anni oramai(Umberto Saba).
Estate lasciami nel cuore la tua prima tenerezza.