Il silenzio

Il silenzio

Il silenzio è di chi ha altissimo il sentimento del pudore, dell’eleganza comportamentale. In questi casi è abito e stile di chi non è dimesso, semmai sobrio, austero, asciutto; è la più alta forma di ribellione alla tracotanza, alla barbarie della violenza. Davanti a Pilato il Cristo taceva, sapendo di dover morire. E quel silenzio, come difesa, pose in difficoltà il potere, perché chi non proferiva parole non era nemico di nessuno e Pilato lo capì.

Il silenzio pone come sua ancella la preghiera e la meditazione ad occhi chiusi, alla ricerca della profondità del pensiero e di un dialogo con l’Assoluto.

Il silenzio tace ciò che appare inopportuno dire. È il linguaggio, il solo linguaggio di chi invoca misericordia e pietà. È il parlare dei vinti, di chi è stato sconfitto e si ritira con dignità dalla scena.
Nel teatro non è vuoto, ma pienezza assoluta, perché lascia parlare il volto con la sua tragicità o le sue smorfie.

È il rumore del mare che mugghia contro gli scogli e si calma lentamente di sera,

quando cala la bassa marea con la luce bianca della luna.

Parlano gli occhi

Il silenzio lascia parlare gli occhi, lo sguardo che può essere triste se il pianto lo riempie o allegro se il sorriso lo accompagna.

Il silenzio è la paura che non va via, ma anche la forza dei miti, che squarciano ed attraversano il cerchio di fuoco di chi è in contesa, affinché si ravvedano alla ragione.

Il silenzio è un canto muto che suppone e tradisce l’attesa di ogni cosa: così è più forte di qualunque assordante rumore.

Il silenzio è anche il grido degli innocenti di fronte ad incipienti ingiustizie, come la più vibrante e ponderata forma di protesta.

Il silenzio permette di ascoltare. Indica lo scarto tra l’udito e l’ascoltare, come ci insegna Piero Aldo Rovatti.

Lo spazio dello Spirito là dove può aprire le sue ali è il silenzio.

Il silenzio è la notte di Auschwitz, ove trionfò la banalità del male e Dio non c’era, è la parola della povertà Suprema del Dio nascosto. La più vera ragione è di chi tace.

Il silenzio dell’isola si staccava da quello del calmo mare, percorso da fruscii vegetali e da un improvviso frullo di ali.

Il silenzio è degli intelligenti e dei colti, perché i ricchi comprano il rumore e la futilità, in amore è bellissimo, perché è il non detto degli amanti fuggitivi che si intendono a meraviglia, lasciando incatenare i corpi che rotolano nell’infinito della gioia.

Forse, come diceva José Saramago, solo il silenzio esiste davvero, come recinto della saggezza e profumo del tempo.

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Avvocato Biagio Riccio

L’avvocato Biagio Riccio è specializzato in diritto societario, diritto fallimentare, diritto bancario, diritto penale bancario e fallimentare.

Si è laureato con lode all’Università Federico II di Napoli ed ha assunto il titolo di dottore procuratore nel 1993 e quello di avvocato nel 1995; inoltre è patrocinante in Cassazione dal 2008.

È stato ideatore e promotore di due disegni legge sulla necessità di ottenere una diversa configurazione del potere punitivo anche nei confronti delle Banche, in caso di erronea segnalazione alla Centrale Rischi e sia sul potere da riconoscere al debitore, in caso di vendita di crediti deteriorati: in proposito, ha tenuto significative conferenze sia alla Camera dei Deputati che al Senato della Repubblica.

Ha ottenuto, nel 2014, la libera docenza di diritto bancario all’Università Telematica Unicusano di Roma.

È fondatore della rivista “Favor Debitoris”.

Ha scritto il libro “Fugaci ritratti”, con la casa editrice “Rubettino”, con la prefazione del prof. Vittorio Sgarbi.

“Biglietti d’amore” è il sito dove cura tutti gli aspetti legati alla cultura ed alla letteratura e molti dei contributi presenti sono stati poi inclusi in altre opere letterarie.

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